mercoledì 19 giugno 2013

Gli stranieri in Italia e in Svezia

Capita spesso di sentire che il più grande male italiano sono gli immigrati che rubano il lavoro, commettono crimini, stanno in Italia senza un permesso di soggiorno ecc ecc ecc, ma stamattina mi son trovato a leggere un articolo di Repubblica che parla del rapporto 2013 del UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees), l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in cui viene descritto che l'Italia non è la nazione europea che accoglie più rifugiati ma ci sono altri stati che fan di più.
Tra immigrato e rifugiato c'è una bella differenza, sia nella parola (anche in svedese immigrato è invandrare mentre rifugiato è flykting).

Il titolo dell'articolo ha attirato la mia attenzione anche perchè nei 2 anni che ho lavorato qui in Svezia ho lavorato in centri giovanili di quartieri con un alto numero di immigrati (per lo più nuovi o vecchi rifugiati).
Il primo anno ero in un quartiere con un alta percentuale di curdi, afgani e slavi, mentre nell'ultimo anno la presenza maggiore era di ragazzi palestinesi e somali.
Molti di loro durante l'anno, mi hanno raccontano dove son nati, perchè son qui, e il lungo viaggio che, direttamente loro, o uno dei loro familiari ha fatto.
Le storie son molto diverse, c'è chi è palestinese ma nato in Iraq durante la dittatura di Saddam e arrivati in Svezia senza nessuna cittadinanza e dopo esser stati alcuni anni in India, chi invece riesce a scappare dal Kurdistan siriano passando per la Turchia e poi entrando in Europa dalla Grecia.

Mi ricordo il primo giorno che sono arrivato a Kalmar e sul piccolo aereo che mi portava da Stoccolma c'erano tantissimi immigrati, quando sono atterrato e il mio mentor era la ad aspettarmi, son riuscito a capire con il poco inglese che avevo che molte di quelle persone avevano parenti che vivevano nel quartiere dove avrei lavorato.

Dal punto di vista delle cifre fornite dall'UNHCR e che mostrano il numero dei rifugiati accolti tra i vari Stati si legge che la Germania ha accolto ben quasi 600.000 persone, la Francia 215.000, la Gran Bretagna 150.000, la Svezia 90.000, l'Olanda 75.000 e al sesto posto l'Italia con 65.000.

Ovviamente da un punto di vista storico questi Paesi hanno posizioni totalmente diverse, non paragonabili tra loro, è probabile ad esempio che una persona del Marocco che abbia bisogno di asilo politico chieda aiuto alla Francia invece che alla Lituania, essendo il Marocco un'ex colonia francese.

Detto questo voglio solo dire che anche in Svezia ci sono molti immigrati (io ne sono un esempio) e anche qui ci sono immigrati "buoni" e immigrati "cattivi"; i casini che sono successi a Stoccolma un mese fa sono l'esempio che ovunque ci possono essere problemi, non è facile e non esiste la bacchetta magica per far si che l'integrazione avvenga in un paio di mesi. 
C'è da fare solo una distinzione dallo straniero che sceglie di venire in Svezia, viene da un Paese un po' diverso ma pur sempre europeo e ha avuto la fortuna di studiare per molti anni prima di trasferirsi, rispetto a chi viene da un Paese dove la religione svolge un ruolo predominante e fugge da casa per sopravvivenza più che per scelta. Sicuramente le vite e i tempi di adattamento non sono paragonabili...

Qui l'articolo di Repubblica: Unhcr, il rapporto 2013 sui rifugiati: nessuna invasione dell'Italia
e qui il rapporto dell'UNHCR: http://www.unhcr.org/

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